Non sempre i ribelli

possono cambiare il mondo.

Ma mai il mondo potrà cambiare i ribelli

(Alain de Benoist)


venerdì

Anche se per molti questi nomi non dicono nulla, essi incarnano i valori della militanza politica della destra. Questi nomi ci ricordano l'esigenza di continuare a lottare e fare politica non per fama o per denaro ma per fede e per amore. Per fede nell'ideale e per amore della patria. Per tanti ragazzi che oggi militano nelle varie organizzazioni di destra, questi nomi, stanno a significare l'esigenza di continuare a mantenere accesa la fiamma del ricordo e del rispetto che tutti noi dobbiamo al sacrificio che hanno pagato.
Noi intendiamo con queste pagine ricordare a tutti, i nostri morti, ricordando che molti di loro ancora non hanno avuto giustizia.
Non dimenticheremo mai gli slogan che echeggiavano in quegli anni, quando si urlava "Uccidere un fascista non è reato" o "il sangue fascista fa bene alla vista".
L'intento di questa pagina non vuole essere quello di rendere loro giustizia, lo scopo di questo nostra iniziativa è semplicemente quella contribuire anche noi a far si che la fiamma del ricordo e del tributo continui ad ardere. A risvegliare le coscienze,  per rendere veramente giustizia a quei ragazzi, e anche un pò di solidarietà ai genitori, ci penserà la storia. Noi possiamo solo aspettare e rendere con tenacia omaggio ai nostri Caduti!
...portiamo avanti non solo la magia di ricordare chi è caduto percorrendo la nostra strada prima di noi ma soprattutto trasmettiamo al mondo il senso di un sacrificio che, fino a che qualcuno proseguirà quella strada, non è stato vano.




4 MAGGIO 2016 - LUIGI GUARDIERA 
Giovane patriota francese e militante del Front National francese.
E’ deceduto dopo diversi giorni passati in ospedale in stato critico a causa di un brutale pestaggio subito da parte della feccia protetta dalla sinistra antifascista francese.
Traduciamo il comunicato di Nicolas Bay del Front National senza commentare altro.
”Luigi Guardiera aveva 23 anni. Amava la vita, lo sport, aveva in mente l’idea di entrare nell’esercito per mettere le sue energie al servizio della Francia. luigi aveva già dimostrato il suo patriottismo l’anno scorso quando entrò nel Front National come candidato supplente per le elezioni dipartimentali.
Luigi non potrà più essere candidato e mai lo sarà, non sarà neanche soldato. I delinquenti che lo hanno aggredito nel parcheggio di una discoteca a Tarbes così hanno deciso. Così dopo tre giorni in stato critico Luigi è morto ieri. Luigi ora fa parte della lista di giovani francesi vittime dell’inferocimento della nostra nazione. In nome del nostro partito (FN) mi dirigo verso la famiglia e verso gli amici di Luigi Guardiera e porgo le mie più sincere condoglianze. Continueremo a combattere adesso anche in nome suo.”




Il Secolo d'Italia 19-4-1973






NON TROVERETE I LORO NOMI 
SUI LIBRI DI STORIA,
 DI TANTI DI LORO NON TROVERETE
 I LORO NOMI NEMMENO SUI LIBRI DI QUESTA"NUOVA DESTRA" 
 PER QUESTO PARLIAMO DI LORO

ABATE ORESTE - ADOBATI PIETRO - ALFANO BEPPE - ALIBRANDI ALESSANDRO -ALIOTTI ANTONINO - ALVAREZ ALESSANDRO - ANSELMI FRANCESCO - ANTONELLI GIULIO - ASSIRELLI ORLANDO - AZZI NICO -  BASSA ERMINIO - BIGONZETTI FRANCO - BILLI ACHILLE - BOCCACCIO IVAN - CALIGIANI ORIO - CALZOLARI ARMANDO - CAMPANELLA ANGELO - CANDURA PROSPERO - CECCHETTI STEFANO - CECCHIN FRANCESCO - CIAVATTA FRANCESCO - CRESCENZI RODOLFO - CRESCENZO ROBERTO - CROVACE "MAMMAROSA" RODOLFO - DE AGAZIO FRANCO DE ANGELIS NANNI - DE NORA PAOLO - DI NELLA PAOLO -DISCALA ELIO- DI VITTORIO MARCO - DOMINICI BENVENUTO - ESPOSTI GIANCARLO - FALDUTO ANDREA - FALVELLA CARLO - FERRARI SILVIO - FERRAZZI ANDREA - FERRERO ENRICO - FERRI VITTORIO - GATTI FERRUCCIO - GHISALBERTI FELICE -GIAQUINTO ALBERTO - GIRALUCCI GRAZIANO - GIUDICI BRUNO - GRILZ ALMERIGO - JACONIS CARMINE - LABBATE BRUNO - LOCATELI "MICHELIN" FRANCO - LO PRESTI GIUSEPPE- LUPARA SERGIO -
MACCIACCHINI EVA - MACCIO' DIEGO - MAGENES GIORGIO - MAINO ANTONIO - MANCIA ANGELO - MANFREDI RICCARDO - MANGIAMELI FRANCESCO - MANTAKAS MIKIS -MANZI LEONARDO - MASSAIA LEONARDO - MATTEI STEFANO - MATTEI VIRGILIO - MAZZOLA GIUSEPPE - MEGGIORIN CLAUDIO - MENEGHINI ENRICO - MINETTI RICCARDO - MONTANO SAVERIO - MORTARI I GINO - NARDI GIANNI - NIGRO FRANCESCO -PAGLIA FRANCESCO - PAGLIAI PIERLUIGI - PALLADINO CARMELO - PEDENOVI ENRICO - PETRUCCELLI MICHELE - PISTOLESI ANGELO - PONTECORVO ADRIANA - PRINCIPI PIETRO - RAMELLI SERGIO - RECCHIONI STEFAN0 - SABBADIN LINO - SANTOSTEFANO GIUSEPPE - SCARCELLA PINO - SCARPETTI ALDO - SCIOTTO PIERLUIGIO - SPEDICATO WALTER - TANZI BRUNILDE - TRAVERSA MARTINO - TREVISAN STEFANO - VALE GIORGIO -VENTURINI UGO - VIVIRITO SALVATORE - ZAVADIL ANTONIO - ZAZZI EURO - ZICCHIERI MARIO - ZILLI EMANUELE - ZUCCHIERI MARZIO

E TUTTI GLI ALTRI CHE CONTINUANO A VIVERE IN QUEI CUORI CHE RENDONO LE LORO VITE SPEZZATE, PER SEMPRE IMMORTALI!



Camerata è più che Amico. Camerata è più che Fratello. Camerata vuole dire essere dello stesso Sangue, della stessa Mente, della stessa Anima, della stessa Fede! Per questo non c’è posto tra Camerati per riserve mentali, per sospetti, per maliziose interpretazioni, per invidie, per prevenzione, per supponenza. Tra Camerati deve esserci la Fiducia, il pregiudizio positivo, la Stima, l’Affetto, il Sostegno che fanno del rapporto un rapporto esclusivo e simile a nessun altro. Tra Camerati deve essere esclusa la prevaricazione, la censura, il volere superare, la sete di dominio perché tra Camerati ci si deve sentire “pari tra i pari” al di là delle Gerarchie ed al di là anche del valore di ciascuno nel contesto di una “impersonalità attiva” che fa sentire ciascuno una parte di un tutto! Tra Camerati non debbono servire barriere protettive perché non ci deve essere nessun pericolo di aggressione né verbale, né psicologica. Tra Camerati si può dissentire, ma senza acrimonia, si può non concordare, ma senza partito preso, si può discutere, ma senza animosità perché tra Camerati deve essere più forte il desiderio di trovare una sintesi costruttiva, un accordo che non quello di volere avere ragione ad ogni costo e perché tra Camerati deve esistere quell’affinità delle anime che nasce dalla condivisione profonda della Visione del mondo e della vita. Se tutto questo non c’è, allora significa che non c’è Cameratismo, ma solamente un’occasionale convergenza di posizioni scaturite da un occasionale e superficiale incontro che non ha Radici Profonde. Se tutto questo non c’è significa che si è dei conoscenti, si può essere perfino Amici, ma non si è Camerati.


ORESTE ABATE


GIANCARLO ESPOSTI


SALVATORE VIVIRITO


ELIO DI SCALA
FRANCO LOCATELLI "MICHELIN"

ACHILLE BILLI

RICCARDO MANFREDI


NANNI DE ANGELIS


GIORGIO VALE


PIERLUIGI PAGLIAI


VITTORIO FERRI


ADRIANA PONTECOPRVO


FRANCO ANSELMI


IVAN BOCCACCIO


SILVIO FERRARI


RODOLFO CROVACE "MAMMAROSA"


RICCARDO MINETTI 


CARMINNE PALLADINO


ALESSANDRO ALIBRANDI


FRANCO DE AGAZIO






La tomba di Sergio Ramelli a Lodi
 il cielo grigio di nuvole e la comunità

Ci arrivi sempre un po’ prima, al Cimitero Maggiore di Lodi. La mattinata di fine aprile sembra quella di un giorno di autunno: il cielo grigio di nuvole, con qualche goccia che cade, forse si è commosso. Lui come tanti ogni anno e ancora fra poco. Te lo fai da solo il sentiero di ghiaia sotto gli alberi, per arrivare davanti a quella foto e a quella lapide: Sergio Ramelli 8 luglio 1956 -29 aprile 1975. Ci vai da solo perché dopo tanti anni, dopo aver ripercorso infinite volte quella storia, Sergio Ramelli puoi dire di conoscerlo come un amico. Ed allora precedi gli altri per guardarlo negli occhi, attraverso quella foto in bianco e nero, da cui ti scruta malinconico e forse un po’ enigmatico. Ti fai il segno della croce. Preghi. Poi scatti sull’attenti e saluti romanamente. Sì, come quando eri ragazzino. Un paio di persone nei dintorni ti guardano basite, forse con disprezzo. Ne ridi di gusto, come quando eri ragazzino. Torni all’ingresso. Stanno arrivando gli altri. All’inizio era Alleanza Nazionale ad organizzare questo evento. Ora non si sa bene quale sigla abbia il cappello da metterci su. Si viene qui e basta. Ci sono quelli di Fratelli d’Italia e quelli di Lealtà Azione. Ci sono quelli che non fanno più politica da quando si è sciolta An. Ci sono quelli che prima erano di Forza Italia e chi era Sergio Ramelli l’han saputo solo qualche giorno fa. Ci sono quelli che son rimasti nel Pdl ma oggi non potevano mancare. Ci sono i vecchi missini. Ci sono i militanti del Fronte della Gioventù che scortarono il feretro al cimitero. C’è il signore anzianissimo che a 16 scappò di casa per combattere per la Repubblica Sociale e c’è quell’altro che ha iniziato nel ’45 con l’Uomo Qualunque e non ha ancora smesso. C’è il gentiluomo monarchico e il professore liberale che si erano aggregati ai tempi della Destra Nazionale o della svolta di Fiuggi, che tutto sono fuorché “fascisti”, ma che, uomini d’altri tempi, portano con sé quella moralità che permette ancora di indignarsi di fronte a cotanta brutalità. C’è quello che prima era della
Fiamma Tricolore e quello che stava in Forza Nuova. C’è quello che alla fine ha messo su famiglia e non si è più visto. C’è la “vecchia guardia” di Azione Giovani e ci sono i ventenni che iniziano ora a muovere i primi passi della militanza. Sono i fili di un arazzo, le tessere di un mosaico che si ricompone qui ogni anno. Vengono distribuiti i tricolori. Ci si mette in fila. Il corteo si incammina. Arrivate lì davanti. Vi disponete in cerchio attorno alla lapide. Più in là i ragazzi di Lealtà Azione montano il picchetto d’onore. Iniziano i discorsi. Viene letto il messaggio che poi verrà deposto accanto alla fotografia. I “reduci” piangono il loro antico camerata. Qualcuno piange ancora a sentire per l’ennesima volta quella storia, qualcun altro piange a sentirla per la prima volta, qualcuno piange per essere venuto a conoscerla solo adesso. E poi chi crede si fa il segno della croce e prega, chi non crede medita in silenzio. Qualcuno, sì, fa pure il saluto romano. Ci sono i giornalisti della stampa locale che scrutano, un po’ disorientati: si aspettavano qualcosa di paramilitare, discorsi tracimanti odio e violenza, si aspettavano quattro vecchiacci rimbambiti e un paio di giovinastri ignoranti e volgari. Delusione cocente. E ora cosa scriveranno? Viene chiamato il “Presente!”. Si fa un minuto di silenzio. La mente ti corre a quando, giovane neofita, passavi ore a leggere i libri degli “autori di Destra”. Da qualche parte avevi letto qualcosa sulle comunità tradizionali: diceva pressappoco, che tutte le civiltà nascono e si sviluppano attorno alla tomba dell’Eroe, attorno alla quale si celebrano i riti che rinnovano il giuramento di fedeltà da cui nasce la comunità. Eccoti qui, presente a quel rito. La comunità non è il partito, esiste prima ed a prescindere da esso, e l’appartenenza non la fa certo una tessera del portafoglio. Finché questo giorno si ripeterà in questo modo, con le lacrime che sgorgano dagli occhi ed il cuore che pulsa, nulla sarà perduto. Ti volti un’ultima volta. Sergio, dalla foto in bianco e nero, sembra avere capito il tuo pensiero, e ti strizza l’occhio…
Di Paolo Maria Filipazzi
Pubblicato il 29 aprile 2013 da BARBADILLO.IT




Una morte rimasta misteriosa
La sera del 4 aprile del 1949 si prospetta tranquilla, al cinema, con la fidanzata, per Achille Billi, un giovanotto di 20 anni, già volontario quattordicenne con il padre Enea (per inciso: Enea ed Achille: quando i nomi avevano un “senso”) nel Battaglione “M” impiegato contro i titini, che al rientro della prigionia è diventato un attivista del MSI (arrestato per un attentato alla sezione del PCI di San Saba), e ha aderito all’Associazione Arditi d’Italia
All’uscita, però, la coppia è fatta oggetto di un’aggressione da parte di tre giovani…Billi si difende egregiamente, e, ad acque calmate, lascia la fanciulla e si dirige verso casa…a quel punto se ne perdono le tracce
La mattina successiva, il corpo viene ritrovato, riverso in una barca, con un fazzoletto tricolore in bocca, “attinto”, come si dice in questi casi, da un colpo di pistola Beretta calibro 9 (che era la sua), alla parte sinistra della nuca…portato in ospedale muore poche ore dopo, senza riprendere conoscenza
Le indagini puntano sulla pista politica da subito, ma dopo alcuni giorni il questore Saverio Polito (quello delle molestie sessuali a Rachele Mussolini) rovescia la frittata e parla di suicidio, ipotizzando, al limite dell’inverosimile, che il giovane si sia dato la morte per passare da “eroe” (?) agli occhi della sua parte politica….pertanto, per quel che riguarda la Polizia, il caso è chiuso
I Carabinieri non sono d’accordo con questa decisione, e propendono piuttosto per la tesi dell’omicidio….sta di fatto che i dubbi, però restano, e sono tanti: il padre nega ogni tentazione suicida del giovane…il comportamento del Billi, nei giorni precedenti, non lascia intravedere alcuno stato depressivo (regolarmente a scuola, al cinema con la ragazza, in giro con gli amici)…gli esami rivelano che l’omicidio/suicidio è avvenuto altrove, e solo dopo il corpo è stato posto nella barca….il colpo di pistola esploso alla nuca…e altro ancora
Giulio Caradonna, che conosceva bene il giovane, ha sempre parlato di “omicidio comunista”, collegato a rivalità tra giovani avversari politici che si conoscevano tra loro (e il riferimento all’aggressione all’uscita dal cinema è naturale)….questa anche l’opinione del padre che, un anno dopo, sulla base di confidenze ricevuta da uno slavo ospite del campo profughi di Fraschette, chiese –senza ottenerla- una riapertura delle indagini
(in: Adalberto Baldoni, “La destra in Italia 1945-69”, Roma 1999)

ROMA 8 APRILE 1949 I FUNERALI DI ACHILLE BILLI

BRUNILDE TANZI -SERGIO LUPARIA-ENRICO MENEGHINI
UCCISI A MILANO NEL 1946 DALLA VOLANTE ROSSA


MILANO 17 GENNAIO 1947
 IL CORPO DI EVA MACIACCHINI
 UCCISA DALLA VOLANTE ROSSA
RINVENUTO IN UN PRATO PRESSO LAMBRATE